OPENING
21 March 7:00 p.m.

AXRT CONTEMPORARY GALLERY  presenta

 

DAVANTI LE QUINTE

Relazioni gravitazionali tra soggetto e ambiente

a cura di Gianluca Marziani

 

Mercoledì 21 marzo alle ore 19,00, taglio del nastro per AXRT CONTEMPORARY GALLERY, in via Mancini 19 Avellino. Una nuova realtà culturale per la città di Avellino, nata dalla sinergia di quattro amici uniti dalla passione per l'arte. La galleria, destinata a nuove forme e proposte che esaltino per la ricerca visiva ed originalità, apre i battenti con un progetto a cura di Gianluca Marziani, direttore artistico di palazzo Collicola, Spoleto. La mostra d’apertura, intitolata DAVANTI LE QUINTE, espone cinque artisti tra loro diversi, uniti da una comune riflessione sulla complessità dell’immagine contemporanea.


L’immagine si idealizza come un palcoscenico visuale uno spazio ampio del pensiero estetico che racchiude la sintesi del progetto interiore. L’immagine odierna è ormai un layer eterogeneo, risultato di combinazioni multiple in cui convivono manualismi e culture elettroniche, direzioni contrastanti, altri canoni del bello, identità multiple.

 

Il disegno, la pittura, la scultura, la fotografia si innestano oggi nel cuore tecnologico del progresso. Si tratta di un passaggio metabolizzato che gli artisti applicano intuitivamente al loro modello di pensiero. L’arte visiva, d’altronde, non poteva astrarsi dall’innovazione. Quando l’artista non capisce il volume del presente, il soggetto iconografico rimane dietro le quinte dell’immagine, si nasconde per proteggersi dalla società, perdendo contatto con la realtà. Restare dietro le quinte significa inscenare il culto sterile della citazione, della maniera che asseconda il gusto; trovarsi davanti le quinte significa, di contro, indicare il futuro mentre si agisce in un presente eterogeneo, instabile, mai definitivo.

 

La mostra ragiona sul processo metabolico che guida l’artista contemporaneo. I nostri cinque sono distanti per temi, linguaggi e scelte concettuali. Ci si muove in un arcipelago estetico dove ogni autore è un’isola, ancorata alle placche terrestri (la memoria necessaria) ma esposta ai marosi (i processi liquidi del pensiero) e al cielo sovrastante (la natura complessa del presente). Uno tsunami di emozioni e loro differenze che le rendono più simili di quanto appaia: nulla si muove eppure qualcosa si sposta. Tutti e cinque muovono l’immagine davanti le quinte: nel preciso punto in cui inizia lo spettacolo biologico del nostro millennio.

 

MARCELLO MAUGERI cerca oggetti reali che abbiano metabolizzato esperienze di vita reale. Li tratta come amabili resti di una civiltà conflittuale ma non perduta, offrendo loro una rigenerazione cruda e voyeuristica. Per la mostra ecco le “cinghie” che fasciano frame fotografici e scarti naturali. Un bondage anomalo per “conservare” gli scarti di origine poverista e riordinarli nel teatro drammaturgico del presente. 

www.marcellomaugeri.net

 

NICOLA PUCCI immagina la pittura come un teatro elettrico, un palcoscenico del quotidiano che dona soluzioni plausibili ad accostamenti onirici, un quid sospeso tra fantasia e fantastico, costruito talmente bene da assumere l’identità visionaria dei mondi paralleli.  

www.nicolapucci.it

 

GIUSEPPE RIPA presenta una selezione fotografica dal ciclo “Moondance”. Frammenti di vita urbana, scenari del presente occidentale, situazioni di luce e buio che aprono le quinte su un’apparenza lunare dell’umanità. Un lavoro in bianconero che sfida lo sguardo frontale attraverso la reinvenzione mimetica del paesaggio quotidiano.

www.giusepperipa.it

 

CHIARA SAMUGHEO incarna la mater progettuale, una memoria viva che ci riporta indietro nel tempo, lungo l’orbita avveniristica del divismo, da lei ripensato con felice intensità pittorica. La sua chiave ha il sapore mediterraneo di un David Hockney che incontra Mario Schifano. Il risultato è un realismo centrifugo che, metabolizzando gli scatti di Luigi Ghirri e Gordon Parks, inscena una carismatica teatralità tra Rinascimento e Pop anni Sessanta.

 

TTOZOI pone dilemmi attorno al processo elaborativo. Il rito biologico delle muffe naturali, gestite con modi da alchimisti visionari, porta la riflessione sul piano delle apparenti astrazioni. O meglio, su un qualcosa che precede e segue la figura, verso quei modelli informali che inglobano chimica e geografia attorno alle ragioni dell’umanità. La pittura apre qui la sua quinta verso la natura minerale, dove tutto inizia e dove ogni cosa, nel tempo lungo del Pianeta, verrà un giorno inglobata.

www.ttozoi.com