ROBERTO LUCCHETTA


Biografia


Roberto Lucchetta è nato nel 1969 a Treviso, nel 1989 si diploma all’istituto Tecnico, dal 1990 la grande passione per l’arte, l’ha sostenuto nell’intraprendere il suo cammino artistico da autodidatta, importante è stato l’incontro con vari artisti e frequentando i loro studi. Allarga la sua conoscenza del settore frequentando i corsi di tecnica pittorica. La scelta del materiale è determinata da una precisa volontà di rappresentare attraverso linee dello stesso spessore, in parallelo o meno che s’intersecano sulla superficie monocroma creando effetti visivi del movimento. Le opere stimolano e coinvolgono l'osservatore, che lo inducono in uno stato d’instabilità percettiva, dovuta dalle linee che provocano illusioni ottiche. Nel 2007 inizia a esporre le sue opere partecipando a mostre collettive e fiere d’arte, la sua attenzione in questo periodo è la ricerca con nuove sperimentazioni cromatiche nell’ambito dell’optical art.

Uno dei temi fondamentali dell’arte contemporanea è il suo costituirsi in ragione di una necessità interiore: l’artista avverte il bisogno di esprimere la propria personalità attraverso dei segni che denotino il senso stesso della sua esistenza, e talvolta ci suggerisce, nella“tumultuosa” sua attività, che vi è un dato irrinunciabile, quel dato è la sua presenza, la sua autonoma individualità. Tuttavia la componente eloquente e simbolica di certa pittura non è sempre veicolata dall’impeto e dalla vemenza del gesto. Vi sono notevoli campi espressivi, sia figurativi che astratti, i cui esponenti mantengono una posizione di prudente soggettività e di controllo, quand’anche di misura in ciò che fanno, ed è in questo campo dell’esperienza che a mio avviso si colloca il programma “estetico” di Roberto Lucchetta. Il suo lavoro s’inquadra all’interno di un processo segnico particolarmente originale, formato di fitte e minutissime linee che danno vita a sinuose forme di rilevante interesse e di coinvolgimento per chi le osservi. Il primo dato che emerge e che stupisce è l’assenza dichiarata di interventi di computer grafica: il quadro nasce e si sviluppa non già per effetto di un programma di arte digitale o sul modello pioneristico degli “Oscillons” del matematico e “artista” Ben Laposky, ma soltanto attraverso l’ausilio di un goniometro.

Ciò che sorprende di queste opere - oltre alla paziente e lenta loro esecuzione manuale - è il senso di movimento, di “temporalizzazione”che ai nostri occhi esse assumono. L’immagine si rivela infatti in costante “svolgimento”, configurandosi non già all’interno delle statiche proposte visuali dell’arte astratta, quanto in quelle morfologicamente votate alla realizzazione di un movimento dinamico, sebbene virtuale dell’arte cinetica.
Lucchetta persegue quindi un indirizzo estetico il cui rigore metodologico, unitamente alla caratteristica illusoria di uno spazio permeabile a continue sollecitazioni e inconsuete trasformazioni, produce nell’osservatore un rapporto di imprevedibilità e di straniamento visivo. Con l’intento di sfidare i termini dell’instabilità, della volubilità delle superfici, del loro plasmarsi e riproporsi in discontinuità con le forme da cui originariamente dipendono, Lucchetta ne incrementa progressivamente gli effetti distorsivi. In tutto ciò prevale un’idea visuo-percettivistica, che per quanto sia stata sviluppata in origine da Vasarely, da Cruz-Diez, da Bridget Riley, genera ancora oggi un campo di vasto interesse e sperimentazione. Così è in effetti per l’artista di Treviso, il quale, pur agendo nel solco della proposta optical e seguendo il filo di coloro che hanno inteso lavorare nel periodico binario alternarsi di pieni e di vuoti, di bianchi e di neri (come è il caso di Franco Grignani e di Alberto Biasi) aggiunge a mio avviso nelle sue opere un carattere immaginario di più immediata presa: produce nello spettatore l’illusione di guardare degli oggetti reali e tridimensionali quando questi, invece, sono graficamente composti su superfici bidimensionali. A debita distanza dall’opera, noi effettivamente risaliamo al tentativo nitidamente riuscito di conferire all’oggetto grafico il senso del suo plastico movimento, del suo arrotolarsi, del suo temporaneo aprirsi o del suo chiudersi come un fazzoletto sgualcito, e nell’interludio di un tempo in cui ogni superficie concava volge alla convessità, dove il negativo si riconfigura in positivo, noi assistiamo, in concreto, e aggiungerei con stupore, a uno dei modi con i quali l’intelligenza umana può ancora oggi competere con la cosiddetta “intelligenza artificiale”. E’ in questo senso che l’opera di Lucchetta, nella sua complessità, nella sua paziente esecuzione, nel suo essere realizzata in assoluta autonomia, conferma l’assunto di partenza, per cui l’arte può costituirsi quale autonoma espressione dell’individualità, unicamente se mossa da una reale necessità interiore, da una volontà effettivamente creativa.

Michele Beraldo


Alcune esposizioni:

2007 Bolzano “Fiera KunStart” - Galleria Centro d’Arte La Roggia
2008 Bergamo “Arte Fiera” - Galleria Centro d’Arte La Roggia Parma “Arte Parma” - Galleria Centro d’Arte La Roggia
2009 Genova “Arte Genova” - Galleria Centro d’Arte La Roggia
2010 Pordenone “Arte Pordenone “ - Galleria Centro d’Arte La Roggia
2011 Padova “Arte Padova “ - Galleria Centro d’Arte La Roggia
2018 New York “Art New York Pier 94” - Contempop Gallery
New York “Market Art + Design a Bridgehampton” - Contempop Gallery
New York “Affordable Art Fair” - Contempop Gallery
Padova “Arte Padova “ - Galleria Arte90
Mostra collettiva su Artsy “Astrazione Geometrica Contemporanea” - Contempop Gallery Miami “Context Art Miami” - Contempop Gallery
2019 Los Angeles “La Art Show” - Contempop Gallery New York “Affordable Art Fair” - Contempop Gallery
San Francisco “Art Market” - Contempop Gallery
New York “Market Art + Design a Bridgehampton” - Contempop Gallery Saratoga Springs “Reveal Art Fair”- Contempop Gallery
Montegalda VI Sala Valmarana (Villa Gualdo) - Comune di Montegalda VI